Ad aprile il primo camion di materiali per Leopoli e il secondo a giugno, ora anche i restauri e allo studio le mostre in Italia
Dalla Galleria Nazionale delle Arti di Leopoli, nasce a marzo Save Ukraine Arte 22, quando Lucio Gomiero, manager e docente universitario, raccoglie l’appello lanciato da Marco Gallipoli, un fotografo italiano residente a Leopoli insieme a sua moglie Ustyna Soroka, docente all’istituto d’arte e figlia di un artista ucraino e dal direttore della Galleria Taras Wozniack, coordinatore anche della rete dei musei cittadini. Insieme hanno attivato e coordinato il progetto, convinti che sia fondamentale salvaguardare in ogni conflitto i monumenti, le opere d’arte, i libri, gli archivi che costituiscono il patrimonio culturale di un Paese: solo così si preserva l’identità per la ricostruzione e per la rinascita che auspichiamo inizino quanto prima.
L’obiettivo della “start-up” Save Ukraine Art 22 è raccogliere materiali e apparecchiature in grado fornire la protezione adeguata alla conservazione, allo spostamento e all’archiviazione delle opere d’arte. Si tratta di materiali di imballaggio, di casse in legno per la movimentazione e trasporto, di tessuti ignifughi, di deumidificatori per mantenere la temperatura e l’umidità, di attrezzature per fotografare e schedare i vari beni, laptop, tutto quanto è utile per salvaguardare quadri, sculture, oggetti d’arte, libri, ecc. ed evitare che possano essere danneggiati o dispersi durante il conflitto. L’iniziativa ha come base Leopoli (Lviv), il cui centro storico è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, per poi raggiungere altre città come Charkiv e Kiev.
Il percorso attivato e in fieri
Nei primi giorni di marzo, in varie città Ucraine, le opere d’arte venivano rimosse e messe al sicuro, dove era possibile, con imballi di fortuna. Tra questi, gli scatoloni per l’importazione delle banane di un noto marchio. Non erano certo questi i materiali e le apparecchiature in grado fornire la protezione adeguata alla conservazione e all’archiviazione delle opere d’arte.
Cosa fare, allora? Il primo intervento è stata la redazione della lista dei materiali e delle attrezzature da raccogliere, che ha subito trovato la consulenza dei Musei Civici di Venezia: materiali di imballaggio, come il pluriball o il tessuto-non-tessuto, casse in legno per il trasporto, tessuti ignifughi, deumidificatori per mantenere la temperatura e l’umidità, attrezzature di fotografia, laptop per schedare i vari beni.
Come farlo? Attraverso donazioni. Il modello operativo di SaveUkraineArt22 prevede donazioni dirette dei materiali e delle attrezzature da parte delle aziende e delle istituzioni museali, che vengono raccolti in alcuni punti-chiave messi a disposizione gratuitamente dall’operatore logistico Gruppo Ceccarelli: Firenze, Milano, Padova, Udine e, fra poco, anche Roma. I privati possono già donare una tratta del trasporto e fra poco anche i materiali destinati al restauro.
Chi? Da domenica 27 marzo, giorno in cui è stato messo on-line, poco prima della mezzanotte, il sito http://www.SaveUkraineArt22.org molte aziende, istituzioni e personalità, non solo del mondo dell’arte, hanno deciso di dare il loro contributo. Ciascuna delle aziende che ha donato ha ricevuto una lettera di ringraziamento del direttore Wozniack.
Sei regioni sono state finora coinvolte nell’iniziativa: Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Basilicata (la prima), con il supporto di comunicazione dato anche da alcune Università come il MIP-Politecnico di Milano, lo IUAV e HUB Strategy Innovation di Venezia e di associazioni, come quella dei dirigenti d’impresa ManagerItalia, Cultura Italiae e Impresa Italiae.
Tanti giornalisti hanno raccontato con passione il progetto, James Iman, Dario Donato, Desirèe Maida, Vera Mantegoli attraverso articoli e significativi sono stati i servizi su Rai 3 Nazionale, Rai3 Veneto (TG), Ansa, La 7, TeleFriuli (TG), UdineseTV.
La continuità. Il secondo camion con 90 mc di aiuti, partito da Udine, è arrivato a Leopoli a fine giugno. Un viaggio meno complicato del primo carico che, in aprile, era arrivato in Polonia, vicino al confine, e poi diviso in 8 furgoni era ripartito verso Leopoli. I materiali sono stati smistati su alcune sedi museali gestite dal direttore Wozniack e da qui una parte è destinata ai musei di Kiev e Charkiv. Quest’attività di progetto continuerà selezionando sempre di più i materiali e le attrezzature necessari e confidando nella generosità delle imprese per costituire un terzo grande camion.

Un terzo fronte, anche in collaborazione anche con RSF, consisterà nell’organizzazione di alcune mostre in Italia, ospitando opere di artisti ucraini, con la doppia finalità di protezione delle opere e di divulgazione dell’arte Ucraina. Già sono statti attivati alcuni approfondimenti operativi a Roma, in Friuli VG, a Venezia.
Stiamo inoltre dialogando con Hope Ukraine, ed in particolare con la sezione “Art”, una delle otto attività che la Fondazione ha attivato in aiuto all’Ucraina. La continuità diventa ora importante, in un momento in cui la guerra fa un pò meno notizia ma continua a causare danni e dolori; cercheremo di sensibilizzare più aziende e istituzioni possibili; molti materiali ora preziosi per i musei Ucraini giacciono, spesso inutilizzati, nei magazzini di aziende e di musei. Il terzo camion è appunto in preparazione con le aziende, le donazioni private sono possibili, …
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